I dati OCSE confermano il crescere del divario tra ricchi e poveri: serve una patrimoniale sui grandi patrimoni per finanziare un piano straordinario per l'occupazione.
Il nostro Paese detiene il primato europeo della disuguaglianza, soprattutto patrimoniale, come la Cgil sostiene da tempo. Lo confermano i dati Ocse diffusi quest'oggi, secondo cui l'1% più ricco della popolazione italiana detiene il 14,3% della ricchezza nazionale netta, ossia il triplo rispetto al 40% più povero, che detiene solo il 4,9%.
La forbice così ampia tra ricchi e poveri è conseguenza di due fattori: l'altissima evasione fiscale, che per sua natura non produce investimenti ma incrementa solo le rendite, e un'irrisoria tassa di successione che è la più bassa tra i trentaquattro paesi dell'Ocse.
Viene da chiedersi come il governo commenterà questi dati e quali iniziative vorrà intraprendere per ridurre le disparità che la crisi in questi anni ha ulteriormente accentuato. Quanto fotografato dall'istituto parigino conferma la necessità di una patrimoniale sulle grandi ricchezze di tipo progressivo. Una misura efficace e giusta per reperire le risorse finalizzate a finanziare un piano straordinario per l'occupazione in generale e non solo giovanile e femminile.
Viene da chiedersi come il governo commenterà questi dati e quali iniziative vorrà intraprendere per ridurre le disparità che la crisi in questi anni ha ulteriormente accentuato. Quanto fotografato dall'istituto parigino conferma la necessità di una patrimoniale sulle grandi ricchezze di tipo progressivo. Una misura efficace e giusta per reperire le risorse finalizzate a finanziare un piano straordinario per l'occupazione in generale e non solo giovanile e femminile.
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