Nel DEF di Renzi il tesoretto tanto pubblicizzato può rivelarsi solo fumo per scopi elettorali: ecco i motivi.
Definizione di tesoretto. Nel linguaggio economico rappresenta un gettito supplementare stimato proveniente dalla riscossione dei tributi.
A pochi giorni dall'invio alle istituzioni economiche europee del DEF, il Documento di Economia e Finanza con il quale il Governo definisce la programmazione economica per il prossimo anno che, successivamente, trova una più compiuta elaborazione nella Legge di Stabilità di fine anno, continua il dibattito sulle modalità con cui utilizzare le risorse economiche rese disponibili proprio dai dati contenuti nel DEF.
Come si ricorderà, infatti, all'indomani della presentazione del DEF si era parlato di un tesoretto da 1,6 miliardi di euro di cui si dibattevano e si dibattono tutt'ora le possibili modalità di utilizzo: da un nuovo bonus fiscale a vantaggio delle classi meno abbienti, al finanziamento della flessibilità in uscita nel comparto pensionistico. Al di là delle varie proposte presentate, sembrava comunque scongiurato il tanto temuto aumento dell'IVA nel 2016 e l'aumento delle accise sui carburanti, misure previste dalla cosiddetta clausola di salvaguardia presente nella Legge di Stabilità e appositamente inserita per far quadrare i conti. |
|
Perché nel DEF potrebbe non esserci nessun tesoretto
In realtà, però questi due pericoli sono tutt'altro che scongiurati. Occorre, infatti, ricordare che nell'ultima Legge di Stabilità sono stati messi a bilancio oltre 1,7 miliardi di euro che potrebbero non affluire nelle casse dello Stato. L'ultima finanziaria, infatti prevedeva un gettito di 1,7 mld derivante dall'applicazione del reverse charge nella grande distribuzione (oltre 728 milioni di euro) e dallo split payment (circa 998 milioni di euro), due misure varate con lo scopo di contrastare l'evasione fiscale.
E' opportuno segnalare che tali misure sono state varate dal Governo Italiano in deroga alle direttive comunitarie vigenti in materia e che dalle istituzioni europee non è ancora arrivata l'autorizzazione all'applicazione di queste due misure relative all'inversione contabile dell'IVA.
Tale autorizzazione diviene sempre meno probabile e se non dovesse arrivare, il Governo sarà costretto a mettere in campo misure alternative per fare cassa. Le risorse economiche che il Governo potrebbe avere necessità di recuperare potrebbero inoltre salire a 1,8 mld di euro, qualora i concessionari dei giochi e delle nuove slot machine non dovessero versare, come sembra sempre più probabile, entro il prossimo 30 Aprile, la prima rata da 200 milioni dell'anticipo (500 milioni in tutto) sulle tasse dovute per le macchinette.
Mentre sul comparto dei giochi d'azzardo la questione potrebbe essere risolta con deroghe e posticipi da inserire nella Delega Fiscale, quel che però preoccupa maggiormente è il via libera dell'Europa al reverse charge nella grande distribuzione e allo split payment.
In realtà, però questi due pericoli sono tutt'altro che scongiurati. Occorre, infatti, ricordare che nell'ultima Legge di Stabilità sono stati messi a bilancio oltre 1,7 miliardi di euro che potrebbero non affluire nelle casse dello Stato. L'ultima finanziaria, infatti prevedeva un gettito di 1,7 mld derivante dall'applicazione del reverse charge nella grande distribuzione (oltre 728 milioni di euro) e dallo split payment (circa 998 milioni di euro), due misure varate con lo scopo di contrastare l'evasione fiscale.
E' opportuno segnalare che tali misure sono state varate dal Governo Italiano in deroga alle direttive comunitarie vigenti in materia e che dalle istituzioni europee non è ancora arrivata l'autorizzazione all'applicazione di queste due misure relative all'inversione contabile dell'IVA.
Tale autorizzazione diviene sempre meno probabile e se non dovesse arrivare, il Governo sarà costretto a mettere in campo misure alternative per fare cassa. Le risorse economiche che il Governo potrebbe avere necessità di recuperare potrebbero inoltre salire a 1,8 mld di euro, qualora i concessionari dei giochi e delle nuove slot machine non dovessero versare, come sembra sempre più probabile, entro il prossimo 30 Aprile, la prima rata da 200 milioni dell'anticipo (500 milioni in tutto) sulle tasse dovute per le macchinette.
Mentre sul comparto dei giochi d'azzardo la questione potrebbe essere risolta con deroghe e posticipi da inserire nella Delega Fiscale, quel che però preoccupa maggiormente è il via libera dell'Europa al reverse charge nella grande distribuzione e allo split payment.
|
|
Quali sono le conseguenze per i contribuenti
Se Consiglio dell'Unione Europea non dovesse rilasciare una specifica deroga in proposito, la clausola di salvaguardia potrebbe scattare già dalla fine del prossimo Giugno, e i il direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli potrebbe essere costretto a aumentare le aliquote di accisa sulla benzina (con e senza piombo) e sul gasolio usato come carburante per assicurare maggiori entrate nette alle casse dello Stato, non inferiori a 1,716 miliardi di euro.
L'aumento dell'IVA è effettivamente più improbabile e avverrebbe comunque nel 2016, tuttavia occorre considerare che qualora il Consiglio Europeo negasse l'autorizzazione al Governo Italiano, tutte le possibili ipotesi di un qualche bonus per contribuenti incapienti sfumerebbero.
Se Consiglio dell'Unione Europea non dovesse rilasciare una specifica deroga in proposito, la clausola di salvaguardia potrebbe scattare già dalla fine del prossimo Giugno, e i il direttore dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli potrebbe essere costretto a aumentare le aliquote di accisa sulla benzina (con e senza piombo) e sul gasolio usato come carburante per assicurare maggiori entrate nette alle casse dello Stato, non inferiori a 1,716 miliardi di euro.
L'aumento dell'IVA è effettivamente più improbabile e avverrebbe comunque nel 2016, tuttavia occorre considerare che qualora il Consiglio Europeo negasse l'autorizzazione al Governo Italiano, tutte le possibili ipotesi di un qualche bonus per contribuenti incapienti sfumerebbero.
Perché l'inversione contabile dell'IVA potrebbe non essere autorizzata
Ad aggravare la situazione si aggiungono anche le proteste dell'Associazione Nazionale Costruttori che ha presentato una denuncia formale alla Commissione Europea (sottoscritta anche da CNA e Confartigianato) in cui ha affermato che lo split payment, oltre ad essere entrato già in vigore senza alcuna autorizzazione comunitaria, è una misura fiscale incompatibile con la direttiva europea sui ritardi di pagamento, dal momento che, secondo tale direttiva, la Pa è tenuta a liquidare ai suoi fornitori i corrispettivi entro 60 giorni dallo stato di avanzamento lavoro, comprensivi di tutte le tasse.
Lo split payment, inoltre, si configurerebbe come una misura a totale svantaggio delle piccole e medie imprese, perché le priva di un gettito di liquidità pari a 1,3 mld di euro annui, introducendo una corsia preferenziale per lo Stato.
Ad aggravare la situazione si aggiungono anche le proteste dell'Associazione Nazionale Costruttori che ha presentato una denuncia formale alla Commissione Europea (sottoscritta anche da CNA e Confartigianato) in cui ha affermato che lo split payment, oltre ad essere entrato già in vigore senza alcuna autorizzazione comunitaria, è una misura fiscale incompatibile con la direttiva europea sui ritardi di pagamento, dal momento che, secondo tale direttiva, la Pa è tenuta a liquidare ai suoi fornitori i corrispettivi entro 60 giorni dallo stato di avanzamento lavoro, comprensivi di tutte le tasse.
Lo split payment, inoltre, si configurerebbe come una misura a totale svantaggio delle piccole e medie imprese, perché le priva di un gettito di liquidità pari a 1,3 mld di euro annui, introducendo una corsia preferenziale per lo Stato.