Decreto Irpef di Coerenzi: Bonus busta paga e IRAP
Inizia così la conferenza stampa di Matteo CoeRenzi. «Sono contento perché smentiamo i gufi che hanno più volte auspicato che non ci fossero le coperture e perché in generale si avvia un percorso di riorganizzazione dello stato». «Riduciamo L'IRAP del 10% attraverso una misura strutturale». Le novità sono presentate attraverso dieci tweet, invece delle slide di un mese fa, un metodo che potremmo definire da M5S e che era stato precedentemente molto criticato dagli avversari, mentre oggi sempre più praticato e imitato.
Ma perché ridurre del 10% L'IRAP che agevolerebbe solo le grandi imprese con un costo del lavoro più alto? La misura dell'IRAP agevolerebbe infatti le grandi aziende e le banche con il costo del lavoro più alto e non le PMI con un numero di occupati significativamente inferiore. Queste ultime infatti avrebbero un risparmio annuo stimato di circa 330€ l'anno, una bazzecola quindi in confronto al risparmio molto più alto e significativo delle grandi aziende e banche.
Da decenni a partire da Berlusconi quando è sceso in campo dal lontano 1994 a seguire tutti gli altri partiti, hanno definito l'IRAP un'imposta odiosa e sul lavoro, quindi perché non abolirla definitivamente e consentire anche e soprattutto alle piccole imprese di poter competere, che costituiscono in Italia il predominante tessuto produttivo italiano?
Si potrebbe obiettare dicendo che non si riuscirebbero a trovare le coperture per fare ciò. Falso! Infatti esiste una proposta di legge del M5S per l'abolizione dell'IRAP per le piccole e medie imprese (oltre il 90% in Italia) con l'individuazione delle relative coperture che sostituirebbero le entrate derivanti da questa imposta.
Ma a prescindere della proposta di legge del M5S, la domanda che rivolgerei a Coerenzi è: i 90 miliardi di euro di evasione fiscale e poi condonati (dal governo del PD con Letta e complici tutti gli altri partiti tranne M5S) alle concessionarie delle slot machine, avrebbe consentito l'abolizione dell'IRAP?
Bonus in busta paga. il presidente del Consiglio Matteo CoeRenzi conferma per oggi il varo del decreto legge che porterà aumenti in busta paga per i redditi più bassi.
Ma quali redditi? Redditi di pensione? Mi dispiace ma per i pensionati non è stato previsto nessun bonus! Forse nel 2015 si prenderanno provvedimenti anche nei loro confronti, ma per il momento devono solo continuare a soffrire la fame mentre i disoccupati sono totalmente abbandonati a se stessi.
Il bonus non più una detrazione infatti è previsto solo per i lavoratori dipendenti. Il massimo - concesso ai redditi tra 18.000 e 24.500 euro - sarà infatti di 620 euro l'anno nel 2014 (in pratica 77,5 euro mensili da maggio), salendo poi a 950 euro l'anno dal 2015 (ovvero 79,1 euro al mese). Allo stesso tempo i redditi più bassi che arrivano fino a 17.714 euro godranno di un incremento pari al 3,5%, mentre quelli sopra i 24.500 euro assisteranno ad un calo che si fermerà a 28.000 euro, escludendo dunque chiunque si trovi al di sopra di questa soglia.
La misura potrebbe essere valutata positivamente anche se di portata limitata, ma dove sta l'inganno e il trucco elettorale?
Se da un lavoro arriverà il bonus di 80 euro, denominato da CoeRenzi “quattordicesima degli italiani”, dall'altro lato, per le famiglie soprattutto monoreddito potrebbero arrivare perdite importanti in termini di detrazioni fiscali in busta paga, ossia la detrazione a carico per coniuge a carico. Ne era stata inizialmente prevista l’abolizione, ma il DEF di CoeRenzi ha corretto il tiro parlando di armonizzazione. A chi interessa questo tipo di detrazione?
Chi gode della detrazione fiscale per coniuge a carico è molto spesso un padre che ha la moglie a casa con i bambini piccoli, quindi parliamo di famiglie monoreddito e che sono più bisognose.
Questa situazione familiare, oggi attualissima è crescente a causa della crisi e della disoccupazione dilagante e non quindi per scelta.
Quindi una ritocco a questa fondamentale detrazione annullerebbe totalmente o quasi il beneficio del bonus per le famiglie più deboli.
Cosa ha fatto allora molto furbescamente CoeRenzi seguendo i vecchi schemi della politica, ha modificato il linguaggio, si è passati da abolizione ad "armonizzazione", insomma un'operazione simile a quella del finanziamento pubblico ai partiti, che sono stati poi chiamati rimborsi elettorali. Quindi si pubblicizza la forma e si nasconde invece la sostanza che sta dietro allo slogan del bonus che serve solo a vincere le elezioni e non a rilanciare i consumi.
Infatti, mentre abolire ha un significato preciso e pertinente, armonizzazione non vuol dire proprio nulla! Di fatto la parola armonizzazione può semplicemente tradursi in compensazione cioè quella che entra da un lato esce dall'altro.
Su questo punto tanto ambiguo e oscuro la TV e il PD non danno spiegazioni esaurienti si limitano solo ad enfatizzare l'apparenza, cioè quella degli 80 euro in busta paga solo nominali e inutili per rilanciare i consumi.
Perché il nostro problema non è l'inflazione o l'adeguamento dei salari ai prezzi, ma la disoccupazione e l'elevata pressione fiscale, oltre che competitività e costo del lavoro troppo alto.
Auto blu. Ci saranno «massimo 5 vetture a ministero» e le «forze di sicurezza tornano in strada». È uno dei tweet illustrati da Matteo CoeRenzi che spiega: «i sottosegretari e i direttori generali vanno a piedi o in autobus».
Ma una o due auto blu per ministero non sarebbe stato meglio? Perché i sottosegretari devono prendere l'autobus o andare a piedi e i ministri invece no?
Ma perché ridurre del 10% L'IRAP che agevolerebbe solo le grandi imprese con un costo del lavoro più alto? La misura dell'IRAP agevolerebbe infatti le grandi aziende e le banche con il costo del lavoro più alto e non le PMI con un numero di occupati significativamente inferiore. Queste ultime infatti avrebbero un risparmio annuo stimato di circa 330€ l'anno, una bazzecola quindi in confronto al risparmio molto più alto e significativo delle grandi aziende e banche.
Da decenni a partire da Berlusconi quando è sceso in campo dal lontano 1994 a seguire tutti gli altri partiti, hanno definito l'IRAP un'imposta odiosa e sul lavoro, quindi perché non abolirla definitivamente e consentire anche e soprattutto alle piccole imprese di poter competere, che costituiscono in Italia il predominante tessuto produttivo italiano?
Si potrebbe obiettare dicendo che non si riuscirebbero a trovare le coperture per fare ciò. Falso! Infatti esiste una proposta di legge del M5S per l'abolizione dell'IRAP per le piccole e medie imprese (oltre il 90% in Italia) con l'individuazione delle relative coperture che sostituirebbero le entrate derivanti da questa imposta.
Ma a prescindere della proposta di legge del M5S, la domanda che rivolgerei a Coerenzi è: i 90 miliardi di euro di evasione fiscale e poi condonati (dal governo del PD con Letta e complici tutti gli altri partiti tranne M5S) alle concessionarie delle slot machine, avrebbe consentito l'abolizione dell'IRAP?
Bonus in busta paga. il presidente del Consiglio Matteo CoeRenzi conferma per oggi il varo del decreto legge che porterà aumenti in busta paga per i redditi più bassi.
Ma quali redditi? Redditi di pensione? Mi dispiace ma per i pensionati non è stato previsto nessun bonus! Forse nel 2015 si prenderanno provvedimenti anche nei loro confronti, ma per il momento devono solo continuare a soffrire la fame mentre i disoccupati sono totalmente abbandonati a se stessi.
Il bonus non più una detrazione infatti è previsto solo per i lavoratori dipendenti. Il massimo - concesso ai redditi tra 18.000 e 24.500 euro - sarà infatti di 620 euro l'anno nel 2014 (in pratica 77,5 euro mensili da maggio), salendo poi a 950 euro l'anno dal 2015 (ovvero 79,1 euro al mese). Allo stesso tempo i redditi più bassi che arrivano fino a 17.714 euro godranno di un incremento pari al 3,5%, mentre quelli sopra i 24.500 euro assisteranno ad un calo che si fermerà a 28.000 euro, escludendo dunque chiunque si trovi al di sopra di questa soglia.
La misura potrebbe essere valutata positivamente anche se di portata limitata, ma dove sta l'inganno e il trucco elettorale?
Se da un lavoro arriverà il bonus di 80 euro, denominato da CoeRenzi “quattordicesima degli italiani”, dall'altro lato, per le famiglie soprattutto monoreddito potrebbero arrivare perdite importanti in termini di detrazioni fiscali in busta paga, ossia la detrazione a carico per coniuge a carico. Ne era stata inizialmente prevista l’abolizione, ma il DEF di CoeRenzi ha corretto il tiro parlando di armonizzazione. A chi interessa questo tipo di detrazione?
Chi gode della detrazione fiscale per coniuge a carico è molto spesso un padre che ha la moglie a casa con i bambini piccoli, quindi parliamo di famiglie monoreddito e che sono più bisognose.
Questa situazione familiare, oggi attualissima è crescente a causa della crisi e della disoccupazione dilagante e non quindi per scelta.
Quindi una ritocco a questa fondamentale detrazione annullerebbe totalmente o quasi il beneficio del bonus per le famiglie più deboli.
Cosa ha fatto allora molto furbescamente CoeRenzi seguendo i vecchi schemi della politica, ha modificato il linguaggio, si è passati da abolizione ad "armonizzazione", insomma un'operazione simile a quella del finanziamento pubblico ai partiti, che sono stati poi chiamati rimborsi elettorali. Quindi si pubblicizza la forma e si nasconde invece la sostanza che sta dietro allo slogan del bonus che serve solo a vincere le elezioni e non a rilanciare i consumi.
Infatti, mentre abolire ha un significato preciso e pertinente, armonizzazione non vuol dire proprio nulla! Di fatto la parola armonizzazione può semplicemente tradursi in compensazione cioè quella che entra da un lato esce dall'altro.
Su questo punto tanto ambiguo e oscuro la TV e il PD non danno spiegazioni esaurienti si limitano solo ad enfatizzare l'apparenza, cioè quella degli 80 euro in busta paga solo nominali e inutili per rilanciare i consumi.
Perché il nostro problema non è l'inflazione o l'adeguamento dei salari ai prezzi, ma la disoccupazione e l'elevata pressione fiscale, oltre che competitività e costo del lavoro troppo alto.
Auto blu. Ci saranno «massimo 5 vetture a ministero» e le «forze di sicurezza tornano in strada». È uno dei tweet illustrati da Matteo CoeRenzi che spiega: «i sottosegretari e i direttori generali vanno a piedi o in autobus».
Ma una o due auto blu per ministero non sarebbe stato meglio? Perché i sottosegretari devono prendere l'autobus o andare a piedi e i ministri invece no?