Corte dei Conti: il bonus Irpef di Renzi solo un surrogato.
A raffreddare gli entusiasmi del governo sul bonus IRPEF arriva il rapporto della Corte dei Conti. I giudici tributari bollano i famosi 80 euro come un "surrogato" rispetto ad una revisione complessiva dell'imposta. In pratica, fino a che non vi sarà una strutturale riforma fiscale che vada nel senso della redistribuzione, misure come quelle contenute nel DL 66/2014 sono un semplice palliativo.
Ed è proprio sotto questo aspetto che si concentra la critica principale della Corte, che definisce fortemente iniquo il sistema del fisco italiano. "Il sistema tributario italiano è caratterizzato da un livello di prelievo eccessivo e maldistribuito", scrivono i giudici, i quali hanno calcolato che nel 2013 la pressione fiscale era pari al 43,8% del PIL, quasi 3 punti in più rispetto al 2000 e 4 rispetto alla media UE.
Dati allarmanti anche sul fronte dell'economia sommersa, il cosiddetto "nero", che nel 2013 è arrivato al 21,1% del PIL nazionale. Per quanto riguarda l'evasione da IVA e IRAP, la Corte la quantifica in circa 50 miliardi all'anno.
Valutazione tutt'altro che rosea anche per il fenomeno dell'elusione fiscale, che presenterebbe "dimensioni anche superiori a quelle dell'evasione".
Il Presidente della Corte, Raffaele Squitieri, ha anche auspicato lo stop all'austerity e al rigore che hanno caratterizzato la politica economica degli ultimi governi. "Rigore e disciplina segnano la politica di bilancio da almeno 4 anni" ma "uno sforzo eccezionale non può realisticamente essere protratto troppo oltre in assenza di crescita economica" anche se, ha dichiarato lo stesso Squitieri, "la condotta di finanza pubblica richiede ancora molta accortezza e grande disciplina; preoccupa in particolare la tendenza del debito pubblico".
Per il presidente dei magistrati contabili si deve dunque trovare un "difficile bilanciamento tra disciplina nella finanza pubblica e rilancio dello sviluppo", bilanciamento "che deve contare, soprattutto, su una coraggiosa e selettiva politica di riforme in grado di elevare la produttività di sistema".
Ed è proprio sotto questo aspetto che si concentra la critica principale della Corte, che definisce fortemente iniquo il sistema del fisco italiano. "Il sistema tributario italiano è caratterizzato da un livello di prelievo eccessivo e maldistribuito", scrivono i giudici, i quali hanno calcolato che nel 2013 la pressione fiscale era pari al 43,8% del PIL, quasi 3 punti in più rispetto al 2000 e 4 rispetto alla media UE.
Dati allarmanti anche sul fronte dell'economia sommersa, il cosiddetto "nero", che nel 2013 è arrivato al 21,1% del PIL nazionale. Per quanto riguarda l'evasione da IVA e IRAP, la Corte la quantifica in circa 50 miliardi all'anno.
Valutazione tutt'altro che rosea anche per il fenomeno dell'elusione fiscale, che presenterebbe "dimensioni anche superiori a quelle dell'evasione".
Il Presidente della Corte, Raffaele Squitieri, ha anche auspicato lo stop all'austerity e al rigore che hanno caratterizzato la politica economica degli ultimi governi. "Rigore e disciplina segnano la politica di bilancio da almeno 4 anni" ma "uno sforzo eccezionale non può realisticamente essere protratto troppo oltre in assenza di crescita economica" anche se, ha dichiarato lo stesso Squitieri, "la condotta di finanza pubblica richiede ancora molta accortezza e grande disciplina; preoccupa in particolare la tendenza del debito pubblico".
Per il presidente dei magistrati contabili si deve dunque trovare un "difficile bilanciamento tra disciplina nella finanza pubblica e rilancio dello sviluppo", bilanciamento "che deve contare, soprattutto, su una coraggiosa e selettiva politica di riforme in grado di elevare la produttività di sistema".