Jobs Act. Acronimo: Jumpstart Our Business Startups Act, non è una coincidenza che vada a formare la parola jobs. Il provvedimento mira a promuovere lo sviluppo di startup, semplificando una serie di procedure per le imprese. Una legge per il lavoro quindi. Nel 2011 il presidente americano Barack Obama aveva presentato, in un discorso trasmesso a reti unificate, il suo American Jobs Act.
Nel discorso del 2011 di Barack Obama e nelle proposte di legge relative all’American Jobs Act non si parla mai di tipologie contrattuali, al centro invece del dibattito italiano e del programma Renzi ("che come sempre è originale nei contenuti che sforna").
Le misure proposte da Obama erano di stampo economico piuttosto che normativo, non toccavano aspetti formali, ma proponevano sgravi e tagli da un lato, incentivi e investimenti dall’altro.
Ma andiamo al DL che apporta modifiche alle regole del contratto a tempo determinato e alla formazione. Ma cosa prevede esattamente?
Contratti a termine.
Viene innalzata da 12 a 36 mesi la durata dei contratti a tempo determinato senza causale (mentre prima era condizione necessaria). La forza lavoro assunta con questo tipo di contratto non potrà essere più del 20 per cento del totale degli assunti. Bel Prgresso veramente, una conquista quella di Renzi! Una vera svolta per la precarietà del lavoro, che con il suo provvedimento si vedrà rafforzata.
Inoltre si potranno rinnovare fino a un massimo di otto volte in tre anni (una sola proroga era possibile prima), sempre che ci siano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa, ma salta l’obbligo di pausa tra un contratto e l’altro (così si previene il rischio di ricorsi contro le imprese che fanno un uso smodato e ingiustificato dei contratti a termine). Bravo Renzi, un ottimo provvedimento studiato bene per le imprese per farle semplicemente "sopravvivere", ma non per i precari e i disoccupati, destinati a restare ai margini della società e senza un progetto di vita.
Formazione
Nella vecchia legge del governo Monti il piano formativo individuale doveva essere scritto e l'assunzione di nuovi apprendisti richiedeva il rispetto di percentuali di conferma.
Con il DL Renzi i contratti di apprendistato avranno meno vincoli. La formazione pubblica diventa facoltativa e sono aboliti i vincoli di stabilizzazione.
In sostanza, il decreto elimina l’obbligo di inserire in forma scritta all’interno del contratto anche il “piano formativo” dell’apprendista e per inserire nuovi apprendisti in organico non sarà obbligatorio confermare i precedenti apprendisti attraverso assunzione alla fine del percorso formativo (vincolo di stabilizzazione). La busta paga base degli apprendisti sarà pari al 35 per cento della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento.
A causa di questo decreto si avranno sicuramente come effetti, il dualismo nel mercato del lavoro e l'innalzamento delle barriere che separeranno in modo netto i contratti temporanei da quelli a tempo indeterminato.
Tradottto, tutto questo vuol dire che, per i non raccomandati e privi di mezzi, il contratto a termine resterà la forma universale adottata dall'imprenditore per assumere e per risparmiare sui costi del personale, mentre, i più fortunati "con più amicizie politiche e mezzi" per poter corrompere, questi continueranno ad essere assunti a tempo indeterminato; per quanto riguarda invece i più giovani, con una certa età, invece, la formazione sarà la forma contrattuale adottata sempre e comunque, a prescindere della preparazione ed esperienza lavorativa, fino al superamento del limite di età richiesto per tale forma contrattuale.
Nel discorso del 2011 di Barack Obama e nelle proposte di legge relative all’American Jobs Act non si parla mai di tipologie contrattuali, al centro invece del dibattito italiano e del programma Renzi ("che come sempre è originale nei contenuti che sforna").
Le misure proposte da Obama erano di stampo economico piuttosto che normativo, non toccavano aspetti formali, ma proponevano sgravi e tagli da un lato, incentivi e investimenti dall’altro.
Ma andiamo al DL che apporta modifiche alle regole del contratto a tempo determinato e alla formazione. Ma cosa prevede esattamente?
Contratti a termine.
Viene innalzata da 12 a 36 mesi la durata dei contratti a tempo determinato senza causale (mentre prima era condizione necessaria). La forza lavoro assunta con questo tipo di contratto non potrà essere più del 20 per cento del totale degli assunti. Bel Prgresso veramente, una conquista quella di Renzi! Una vera svolta per la precarietà del lavoro, che con il suo provvedimento si vedrà rafforzata.
Inoltre si potranno rinnovare fino a un massimo di otto volte in tre anni (una sola proroga era possibile prima), sempre che ci siano ragioni oggettive e si faccia riferimento alla stessa attività lavorativa, ma salta l’obbligo di pausa tra un contratto e l’altro (così si previene il rischio di ricorsi contro le imprese che fanno un uso smodato e ingiustificato dei contratti a termine). Bravo Renzi, un ottimo provvedimento studiato bene per le imprese per farle semplicemente "sopravvivere", ma non per i precari e i disoccupati, destinati a restare ai margini della società e senza un progetto di vita.
Formazione
Nella vecchia legge del governo Monti il piano formativo individuale doveva essere scritto e l'assunzione di nuovi apprendisti richiedeva il rispetto di percentuali di conferma.
Con il DL Renzi i contratti di apprendistato avranno meno vincoli. La formazione pubblica diventa facoltativa e sono aboliti i vincoli di stabilizzazione.
In sostanza, il decreto elimina l’obbligo di inserire in forma scritta all’interno del contratto anche il “piano formativo” dell’apprendista e per inserire nuovi apprendisti in organico non sarà obbligatorio confermare i precedenti apprendisti attraverso assunzione alla fine del percorso formativo (vincolo di stabilizzazione). La busta paga base degli apprendisti sarà pari al 35 per cento della retribuzione del livello contrattuale di inquadramento.
A causa di questo decreto si avranno sicuramente come effetti, il dualismo nel mercato del lavoro e l'innalzamento delle barriere che separeranno in modo netto i contratti temporanei da quelli a tempo indeterminato.
Tradottto, tutto questo vuol dire che, per i non raccomandati e privi di mezzi, il contratto a termine resterà la forma universale adottata dall'imprenditore per assumere e per risparmiare sui costi del personale, mentre, i più fortunati "con più amicizie politiche e mezzi" per poter corrompere, questi continueranno ad essere assunti a tempo indeterminato; per quanto riguarda invece i più giovani, con una certa età, invece, la formazione sarà la forma contrattuale adottata sempre e comunque, a prescindere della preparazione ed esperienza lavorativa, fino al superamento del limite di età richiesto per tale forma contrattuale.