La nuova tangentopoli veneta dopo EXPO.
Dopo EXPO arriva un nuovo caso tangentopoli, dove i principali protagonisti sono i nostri politici, facenti parte dei soliti partiti che ci governano da decenni (PD e Forza Italia) e che il popolo continua a votare. La corruzione e in genere i reati contro la PA imperversano nel nostro paese e non si ha nemmeno intenzione di combatterli seriamente. In più si riducono le pene ( da 7 a 4 anni) per il voto di scambio politco-mafioso e non si ammette come iptosi di reato la semplice messa a disposizione del politico nei confronti dei mafiosi. Oltretutto si continuano a corrispondere i vitalizi ai condannati definitvi e in carcere.
La maggioranza respinge l'emendamento del Movimento 5 Stelle volto alla revoca dei vitalizi ai condannati per mafia". Lo afferma sul suo profilo Facebook il senatore del M5S Mario Giarrusso, membro della Commissione Giustizia e Antimafia. "Il Movimento 5 Stelle infatti - prosegue Giarrusso - al fine di ristabilire un minimo di equità e di giustizia sociale aveva presentato un emendamento all'art.17, del decreto legge n°66/2014 (intitolato 'Misure Urgenti per la competitività e la giustizia sociale) con cui si proponeva l'abolizione dei vitalizi nei confronti dei deputati e dei senatori condannati in via definitiva per mafia ed altri gravi reati".
Corruzione: Il Governo chiede un rinvio.
Verso un rinvio del provvedimento sull'anticorruzione attesa in aula al Senato il 10 giugno. Questo avrebbe deciso il governo, secondo quanto si apprende da fonti di palazzo Madama, dove il provvedimento è all'esame della commissione Giustizia. Nel frattempo scoppia un altro caso tangentopoli: la tangentepoli veneta.
Ecco la nuova Tangentopoli veneta.
In queste ore i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle di Venezia stanno eseguendo le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip lagunare Alberto Scaramuzza su richiesta dei pm Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini. Su tutto il territorio regionale ma anche a Roma e a Milano, centinaia di militari impiegati fin dalle prime ore di questo 4 giugno destinato a passare alla cronaca come il giorno della resa dei conti.
Arresti
Trentacinque arresti, un centinaio di indagati e altrettante perquisizioni. Tutto a causa degli appalti per il Mose, il sistema di dighe mobili progettato per difendere Venezia dall'acqua alta e realizzato dal Consorzio Venezia Nuova quale concessionario unico.
In manette, personaggi di spicco fra cui l'attuale assessore regionale alle Infrastrutture di Forza Italia, Renato Chisso, di Favaro, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, il consigliere regionale Pd, Giampietro Marchese di Jesolo, il presidente del Coveco, una delle cooperative consorziate in Cvn, Franco Morbiolo di Cona, il generale in pensione Emilio Spaziante, casertano, fino al 4 settembre 2013 comandante in seconda della Guardia di Finanza e il vicentino Roberto Meneguzzo, fondatore e amministratore della Palladio Finanziaria spa, la holding diventata punto di riferimento della finanza dell'intero Nordest e nos solo, che ha recitato la parte del leone in partite finanziarie del calibro di Fonsai e Generali.
Richiesta di arresto anche per l'ex governatore del Veneto ed ex ministro all'Agricoltura e ai Beni culturali, ora senatore di Forza Italia, il padovano Giancarlo Galan, ma per poter procedere occorre il beneplacito dell'apposita Commissione di Palazzo Madama.
La maggioranza respinge l'emendamento del Movimento 5 Stelle volto alla revoca dei vitalizi ai condannati per mafia". Lo afferma sul suo profilo Facebook il senatore del M5S Mario Giarrusso, membro della Commissione Giustizia e Antimafia. "Il Movimento 5 Stelle infatti - prosegue Giarrusso - al fine di ristabilire un minimo di equità e di giustizia sociale aveva presentato un emendamento all'art.17, del decreto legge n°66/2014 (intitolato 'Misure Urgenti per la competitività e la giustizia sociale) con cui si proponeva l'abolizione dei vitalizi nei confronti dei deputati e dei senatori condannati in via definitiva per mafia ed altri gravi reati".
Corruzione: Il Governo chiede un rinvio.
Verso un rinvio del provvedimento sull'anticorruzione attesa in aula al Senato il 10 giugno. Questo avrebbe deciso il governo, secondo quanto si apprende da fonti di palazzo Madama, dove il provvedimento è all'esame della commissione Giustizia. Nel frattempo scoppia un altro caso tangentopoli: la tangentepoli veneta.
Ecco la nuova Tangentopoli veneta.
In queste ore i finanzieri del Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme gialle di Venezia stanno eseguendo le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip lagunare Alberto Scaramuzza su richiesta dei pm Paola Tonini, Stefano Ancilotto e Stefano Buccini. Su tutto il territorio regionale ma anche a Roma e a Milano, centinaia di militari impiegati fin dalle prime ore di questo 4 giugno destinato a passare alla cronaca come il giorno della resa dei conti.
Arresti
Trentacinque arresti, un centinaio di indagati e altrettante perquisizioni. Tutto a causa degli appalti per il Mose, il sistema di dighe mobili progettato per difendere Venezia dall'acqua alta e realizzato dal Consorzio Venezia Nuova quale concessionario unico.
In manette, personaggi di spicco fra cui l'attuale assessore regionale alle Infrastrutture di Forza Italia, Renato Chisso, di Favaro, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, il consigliere regionale Pd, Giampietro Marchese di Jesolo, il presidente del Coveco, una delle cooperative consorziate in Cvn, Franco Morbiolo di Cona, il generale in pensione Emilio Spaziante, casertano, fino al 4 settembre 2013 comandante in seconda della Guardia di Finanza e il vicentino Roberto Meneguzzo, fondatore e amministratore della Palladio Finanziaria spa, la holding diventata punto di riferimento della finanza dell'intero Nordest e nos solo, che ha recitato la parte del leone in partite finanziarie del calibro di Fonsai e Generali.
Richiesta di arresto anche per l'ex governatore del Veneto ed ex ministro all'Agricoltura e ai Beni culturali, ora senatore di Forza Italia, il padovano Giancarlo Galan, ma per poter procedere occorre il beneplacito dell'apposita Commissione di Palazzo Madama.