Tracollo della fiducia al Governo Renzi. Per gli italiani Renzi è come Letta.
Dallo stop sulle riforme istituzionali il periodo estivo si è caratterizzato per un repentino calo di fiducia nel futuro e nelle capacità del Governo di guidare la ripresa.
I dati ISTAT confermano un paese ancora in recessione e sono stati il vero “ice-bucket” del governo. Anche l'operazione degli 80€, infatti, non ha ottenuto l'effetto sperato per l'economia italiana.
Oggi l'81% degli italiani si sente personalmente colpito dalla crisi economica (+4% rispetto a soli due mesi fa).
In generale gli italiani percepiscono più negativamente la situazione economica attuale, non solo nel nostro Paese, ma anche a livello internazionale. Al contempo, però reputano migliore la propria situazione finanziaria e occupazionale (unico dato positivo); la famiglia si riconferma come il luogo della rassicurazione, anche economica.
La crisi di fiducia nel Governo Renzi
Crolla ad appena il 50% l'indice di fiducia nel futuro (-7% in due mesi). La correlazione con l'andamento del Giudizio positivo verso il Governo è evidente e mostra una parabola che è decisamente entrata nella sua fase discendente. La fiducia degli italiani nel futuro appare un effetto diretto della capacità percepita del Governo di operare e di imprimere un cambiamento forte, radicale e positivo al Paese.
Oggi, a oltre 6 mesi dall'insediamento, il giudizio positivo al Governo (56%) è su livelli non dissimili a quelli del governo Letta dopo lo stesso periodo (che da qui visse poi un lento e continuo declino).
Tramontato dal dibattito il tema delle riforme istituzionali, le priorità per gli italiani sono rappresentate dai temi del lavoro, scuola e sanità. Infatti tra i provvedimenti annuncianti in questi giorni sono ricordati principalmente il “decreto scuola” (citato dal 25% degli italiani) e la riforma della giustizia (24%). Del primo si apprezza soprattutto il programma di assunzione di 100mila insegnanti e il potenziamento di alcune materie (geografia, storia dell'arte, inglese); Per quanto riguarda la seconda, invece, sono apprezzate in particolar modo le misure per ridurre la durata dei processi civili; infine, nel decreto “sblocca-Italia”, le semplificazioni burocratiche per l'avvio dei cantieri e gli eco-bonus.
Il problema del lavoro in Italia resta il tema prioritario per la totalità dei cittadini (96%), tuttavia la paura di guerre ed atti terroristici è aumentata incredibilmente di ben 24 punti percentuali.
Gli italiani si ritengono ancora poco informati sulla situazione in Ucraina (solo il 53% si dichiara almeno “abbastanza informato”, ma la maggior parte (86%) sono preoccupati per la situazione attuale. Ci si sente direttamente coinvolti in una situazione che appare ai più come poco chiara e difficile da interpretare.
Più netta la situazione in Siria e Iraq: il 59% si ritiene informato e il 63% ha almeno sentito parlare della proclamazione del nuovo Califfato o Stato Islamico. Meno chiara, l'interpretazione della situazione, infatti il 40% ritiene che si tratti di uno scontro tra jihadisti (o Al Qaeda) e forze militari dei paesi occidentali, il 28% invece non sa rispondere (solo un anno fa il 40% non conosceva le parti in conflitto in Siria).
La paura di attentati in Italia è ancora molto alta (72%) e cresce l'idea che gli immigrati musulmani debbano accettare le nostre regole sociali anche se si discostano dalle proprie tradizioni (47%), mentre si fa più debole (25%) l'argomento secondo cui i musulmani possono tranquillamente integrarsi in Europa. Un duro colpo per l'idea di un Europa includente, oggi più che mai attraverso questi focolai di violenza emergono le contraddizioni di uno scontro tra culture distanti.
Infine il tema delle migrazioni è ancora al centro dell'attenzione dopo le tragedie in mare di quest'estate: il 90% degli italiani è molto preoccupato dalla situazione attuale dei nostri mari e la stragrande maggioranza (80%) accoglie favorevolmente l'annuncio del Ministro Alfano dell'avvio dell'operazione Frontex Plus che potrà (nel lungo periodo) anche sostituire Mare Nostrum che è stata caratterizzata dalla necessità di gestire l'emergenza.
Il PD perde voti nei confronti dell'astensione, mentre torna a crescere il M5S e continua il declino di Forza Italia
A fare le spese di questo calo di fiducia nel governo sono ovviamente in primo luogo le intenzioni di voto verso il Partito Democratico e, ancor più, il numero complessivo dei dichiaranti il voto.
La delusione delle aspettative per molti elettori potenziali del PD (tra di essi il gradimento del governo è passato dal 95% al 75%) ha fatto si che una parte di essi ora non esprima più una propensione di voto netta per il principale partito di Governo e sia andata (almeno temporaneamente) ad ingrossare le file dell'astensione e degli indecisi.
I dati ISTAT confermano un paese ancora in recessione e sono stati il vero “ice-bucket” del governo. Anche l'operazione degli 80€, infatti, non ha ottenuto l'effetto sperato per l'economia italiana.
Oggi l'81% degli italiani si sente personalmente colpito dalla crisi economica (+4% rispetto a soli due mesi fa).
In generale gli italiani percepiscono più negativamente la situazione economica attuale, non solo nel nostro Paese, ma anche a livello internazionale. Al contempo, però reputano migliore la propria situazione finanziaria e occupazionale (unico dato positivo); la famiglia si riconferma come il luogo della rassicurazione, anche economica.
La crisi di fiducia nel Governo Renzi
Crolla ad appena il 50% l'indice di fiducia nel futuro (-7% in due mesi). La correlazione con l'andamento del Giudizio positivo verso il Governo è evidente e mostra una parabola che è decisamente entrata nella sua fase discendente. La fiducia degli italiani nel futuro appare un effetto diretto della capacità percepita del Governo di operare e di imprimere un cambiamento forte, radicale e positivo al Paese.
Oggi, a oltre 6 mesi dall'insediamento, il giudizio positivo al Governo (56%) è su livelli non dissimili a quelli del governo Letta dopo lo stesso periodo (che da qui visse poi un lento e continuo declino).
Tramontato dal dibattito il tema delle riforme istituzionali, le priorità per gli italiani sono rappresentate dai temi del lavoro, scuola e sanità. Infatti tra i provvedimenti annuncianti in questi giorni sono ricordati principalmente il “decreto scuola” (citato dal 25% degli italiani) e la riforma della giustizia (24%). Del primo si apprezza soprattutto il programma di assunzione di 100mila insegnanti e il potenziamento di alcune materie (geografia, storia dell'arte, inglese); Per quanto riguarda la seconda, invece, sono apprezzate in particolar modo le misure per ridurre la durata dei processi civili; infine, nel decreto “sblocca-Italia”, le semplificazioni burocratiche per l'avvio dei cantieri e gli eco-bonus.
Il problema del lavoro in Italia resta il tema prioritario per la totalità dei cittadini (96%), tuttavia la paura di guerre ed atti terroristici è aumentata incredibilmente di ben 24 punti percentuali.
Gli italiani si ritengono ancora poco informati sulla situazione in Ucraina (solo il 53% si dichiara almeno “abbastanza informato”, ma la maggior parte (86%) sono preoccupati per la situazione attuale. Ci si sente direttamente coinvolti in una situazione che appare ai più come poco chiara e difficile da interpretare.
Più netta la situazione in Siria e Iraq: il 59% si ritiene informato e il 63% ha almeno sentito parlare della proclamazione del nuovo Califfato o Stato Islamico. Meno chiara, l'interpretazione della situazione, infatti il 40% ritiene che si tratti di uno scontro tra jihadisti (o Al Qaeda) e forze militari dei paesi occidentali, il 28% invece non sa rispondere (solo un anno fa il 40% non conosceva le parti in conflitto in Siria).
La paura di attentati in Italia è ancora molto alta (72%) e cresce l'idea che gli immigrati musulmani debbano accettare le nostre regole sociali anche se si discostano dalle proprie tradizioni (47%), mentre si fa più debole (25%) l'argomento secondo cui i musulmani possono tranquillamente integrarsi in Europa. Un duro colpo per l'idea di un Europa includente, oggi più che mai attraverso questi focolai di violenza emergono le contraddizioni di uno scontro tra culture distanti.
Infine il tema delle migrazioni è ancora al centro dell'attenzione dopo le tragedie in mare di quest'estate: il 90% degli italiani è molto preoccupato dalla situazione attuale dei nostri mari e la stragrande maggioranza (80%) accoglie favorevolmente l'annuncio del Ministro Alfano dell'avvio dell'operazione Frontex Plus che potrà (nel lungo periodo) anche sostituire Mare Nostrum che è stata caratterizzata dalla necessità di gestire l'emergenza.
Il PD perde voti nei confronti dell'astensione, mentre torna a crescere il M5S e continua il declino di Forza Italia
A fare le spese di questo calo di fiducia nel governo sono ovviamente in primo luogo le intenzioni di voto verso il Partito Democratico e, ancor più, il numero complessivo dei dichiaranti il voto.
La delusione delle aspettative per molti elettori potenziali del PD (tra di essi il gradimento del governo è passato dal 95% al 75%) ha fatto si che una parte di essi ora non esprima più una propensione di voto netta per il principale partito di Governo e sia andata (almeno temporaneamente) ad ingrossare le file dell'astensione e degli indecisi.
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