iPhone 6 Plus supera Samsung Galaxy Note 4 per performance grafiche.
Samsung vanta sulla carta processori con caratteristiche superiori rispetto alla concorrenza, ma i dati dimostrano scelte sbagliate dal punto di vista ingegneristico e come sia errato l'assunto di molti osservatori secondo il quale i sud coreani siano avvantaggiati nel design chip.
Appleinsider evidenzia in un lungo articolo come i benchmark sui nuovi Note 4 evidenziano scelte sbagliate dal punto di vista ingegneristico e quanto sia errato l'assunto di molti osservatori secondo il quale Samsung sia avvantaggiata nella produzione e design dei suoi chip.
Al fine di presentarsi vincente nella “guerra delle specifiche”, dopo l'arrivo dell'iPhone con schermo Retina nel 2010, la casa sud coreana ha iniziato progressivamente a incrementare la risoluzione dei dispositivi di fascia premium; fino allora aveva sempre preferito concentrarsi su dispositivi più piccoli, senza preoccuparsi della maggiore risoluzione. Al contrario Apple ha incrementato la risoluzione dei suoi dispositivi ogni due anni, creando ad esempio un iPhone più alto prima (l'iPhone 5) e un iPhone più grande e con una densità maggiore di pixel (“Retina HD”) con gli iPhone 6 e 6 Plus dopo. Il risultato è che per gli sviluppatori iOS è stato più semplice gestire i cambi di risoluzione, permettendo loro di concentrarsi su funzionalità e nuove app, anziché testare le app sulle varie configurazioni dei dispositivi, uno dei motivi per il quale molte app sono prima rilasciate per iOS e poi eventualmente su Android.
Spingendo in fretta i dispositivi verso risoluzioni più alte, più di quanto in realtà potrebbero gestire i processori, porta inevitabilmente a ottenere prestazioni non brillanti con le alte risoluzioni.
Sia il Note 4, sia il Galaxy S5, mostrano nei benchmark di essere, in termini di FPS (fotogrammi per secondo), più lenti degli iPhone 6 Plus, e anche più lenti dell'iPhone 5s dello scorso anno. A parità di test l'Exynos dei Note 4 perde fps rispetto all'iPhone 6 Plus. La velocità di clock più elevata e la maggiore presenza di memoria RAM, sembrano indicatori utili solo a mostrare all'apparenza migliorie in termini di specifiche, giacché test con benchmark OpenGL 3D dimostrano che, senza ottimizzazioni specifiche, questi parametri di valutazione servono a poco.
Samsung sta continuando a sfruttare la licenza per l'uso del processore grafico Mali nei SoC Exynos, sfruttandoli nei dispositivi premium e pubblicizza l'Eyxnos 5 come “Octa Core”, come se i core avessero significato in termini di potenza reale. La CPU (anche questa un “ceppo” di derivazione ARM) è progettata per sfruttare solo quattro core alla volta; sono presenti due set di core, quattro che funzionano al massimo delle potenzialità e quattro “baby core” sfruttati in virtù della loro efficienza quando il dispositivo è in standby.
Tecnicamente l'Exynos 5433 sfrutta la configurazione dell'architettura ARM nota come “big.LITTLE” accoppiando i core e permettendo di sfruttare una CPU Cortex A15, abbinata al risparmio di una CPU Cortex A7, accoppiati e gestiti intelligentemente dallo scheduler del kernel. Definire l'Exynos un 8 core, è come definire un camion a trazione integrale (4×4) quando invece la ripartizione della coppia motrice avviene su due ruote alla volta.
Sia Apple, sia Qualcomm hanno di proposito evitato l'architettura big.LITTLE nel design dei core del Cyclone A7/A8 e ne Krait Snapdragon, usando meno core e preferendo sfruttare funzioni avanzate di gestione che consentono di ottenere performance migliori e consumi inferiori rispetto alla tecnologia ARM usata da Samsung.
I sud coreani avrebbero ad ogni modo sviluppato gli Exynos Application Processors con l'intenzione di non ricorrere a Qualcomm ma al momento questo non è possibile giacché Qualcomm ha brevetti su specifiche tecnologie CDMA e LTE. Sia Samsung, sia Apple usano i chip baseband di Qualcomm per gestire funzionalità del modem wireless, lasciando ad altri componenti integrati negli Ax o negli Exynos Application Processors la gestione dei telefoni o dei tablet.
Arriverà probabilmente un momento nel quale Samsung (e probabilmente anche Apple), vorranno integrare proprie baseband, senza ricorrere a Qualcomm ma al momento tali soluzioni non sono, come già detto, fattibli. Nel frattempo i sud coreani stanno sperimentando in alcuni mercati chip baseband LTE di Intel.
Appleinsider evidenzia in un lungo articolo come i benchmark sui nuovi Note 4 evidenziano scelte sbagliate dal punto di vista ingegneristico e quanto sia errato l'assunto di molti osservatori secondo il quale Samsung sia avvantaggiata nella produzione e design dei suoi chip.
Al fine di presentarsi vincente nella “guerra delle specifiche”, dopo l'arrivo dell'iPhone con schermo Retina nel 2010, la casa sud coreana ha iniziato progressivamente a incrementare la risoluzione dei dispositivi di fascia premium; fino allora aveva sempre preferito concentrarsi su dispositivi più piccoli, senza preoccuparsi della maggiore risoluzione. Al contrario Apple ha incrementato la risoluzione dei suoi dispositivi ogni due anni, creando ad esempio un iPhone più alto prima (l'iPhone 5) e un iPhone più grande e con una densità maggiore di pixel (“Retina HD”) con gli iPhone 6 e 6 Plus dopo. Il risultato è che per gli sviluppatori iOS è stato più semplice gestire i cambi di risoluzione, permettendo loro di concentrarsi su funzionalità e nuove app, anziché testare le app sulle varie configurazioni dei dispositivi, uno dei motivi per il quale molte app sono prima rilasciate per iOS e poi eventualmente su Android.
Spingendo in fretta i dispositivi verso risoluzioni più alte, più di quanto in realtà potrebbero gestire i processori, porta inevitabilmente a ottenere prestazioni non brillanti con le alte risoluzioni.
Sia il Note 4, sia il Galaxy S5, mostrano nei benchmark di essere, in termini di FPS (fotogrammi per secondo), più lenti degli iPhone 6 Plus, e anche più lenti dell'iPhone 5s dello scorso anno. A parità di test l'Exynos dei Note 4 perde fps rispetto all'iPhone 6 Plus. La velocità di clock più elevata e la maggiore presenza di memoria RAM, sembrano indicatori utili solo a mostrare all'apparenza migliorie in termini di specifiche, giacché test con benchmark OpenGL 3D dimostrano che, senza ottimizzazioni specifiche, questi parametri di valutazione servono a poco.
Samsung sta continuando a sfruttare la licenza per l'uso del processore grafico Mali nei SoC Exynos, sfruttandoli nei dispositivi premium e pubblicizza l'Eyxnos 5 come “Octa Core”, come se i core avessero significato in termini di potenza reale. La CPU (anche questa un “ceppo” di derivazione ARM) è progettata per sfruttare solo quattro core alla volta; sono presenti due set di core, quattro che funzionano al massimo delle potenzialità e quattro “baby core” sfruttati in virtù della loro efficienza quando il dispositivo è in standby.
Tecnicamente l'Exynos 5433 sfrutta la configurazione dell'architettura ARM nota come “big.LITTLE” accoppiando i core e permettendo di sfruttare una CPU Cortex A15, abbinata al risparmio di una CPU Cortex A7, accoppiati e gestiti intelligentemente dallo scheduler del kernel. Definire l'Exynos un 8 core, è come definire un camion a trazione integrale (4×4) quando invece la ripartizione della coppia motrice avviene su due ruote alla volta.
Sia Apple, sia Qualcomm hanno di proposito evitato l'architettura big.LITTLE nel design dei core del Cyclone A7/A8 e ne Krait Snapdragon, usando meno core e preferendo sfruttare funzioni avanzate di gestione che consentono di ottenere performance migliori e consumi inferiori rispetto alla tecnologia ARM usata da Samsung.
I sud coreani avrebbero ad ogni modo sviluppato gli Exynos Application Processors con l'intenzione di non ricorrere a Qualcomm ma al momento questo non è possibile giacché Qualcomm ha brevetti su specifiche tecnologie CDMA e LTE. Sia Samsung, sia Apple usano i chip baseband di Qualcomm per gestire funzionalità del modem wireless, lasciando ad altri componenti integrati negli Ax o negli Exynos Application Processors la gestione dei telefoni o dei tablet.
Arriverà probabilmente un momento nel quale Samsung (e probabilmente anche Apple), vorranno integrare proprie baseband, senza ricorrere a Qualcomm ma al momento tali soluzioni non sono, come già detto, fattibli. Nel frattempo i sud coreani stanno sperimentando in alcuni mercati chip baseband LTE di Intel.
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